Salar, sono ormai quasi 25 anni che lavori davanti alle telecamere. È sempre stato il tuo sogno?
Sono capitato davanti alle telecamere per caso. Mentre frequentavo la scuola reclute, avevo un collega la cui zia aveva appena lanciato un nuovo canale musicale. Siccome intrattenevo sempre tutta la comitiva, il collega mi disse una volta: «Salar, con la parlantina che hai dovresti assolutamente presentarti a mia zia!». Sono così approdato al canale televisivo Viva Swizz. A posteriori, posso dire che è stata la cosa migliore che potesse capitarmi. In realtà, avevo svolto un tirocinio da impiegato di commercio, ma non riuscivo praticamente a stare fermo un attimo, per cui non potevo proprio immaginare di dover lavorare in futuro in un ufficio.
Svolgendo la professione di presentatore, hai la possibilità di conoscere molte persone interessanti. Qual è l’incontro che non dimenticherai mai?
L’incontro con Kylie Minogue ai tempi di Viva. Io ero estremamente nervoso, ma con il suo modo piacevole e tranquillo mi ha aiutato a svolgere comunque una bella intervista. Questa è stata la prima volta in cui ho compreso una cosa che è stata poi confermata più volte: le grandi “star” sono persone come te e me. Sono soprattutto le cosiddette «meteore» a darsi molte arie.

Nel frattempo, tu stesso sei diventato un celebrità. Come affronti la questione dell’interesse pubblico?
Questo aspetto fa semplicemente parte del lavoro. Ovviamente può essere faticoso quando qualcuno ti si avvicina e ti rivolge la parola, soprattutto se la giornata non va per il verso giusto o se si è concentrati in un colloquio; non si vuole dare l’impressione di essere arroganti e si reagisce con gentilezza. Ma in linea di principio, condivido l’opinione del presentatore tedesco Kai Pflaume, che considera un onore quando qualcuno gli si avvicina e gli rivolge qualche domanda. Se ti si avvicina qualcuno che vuole parlare con te significa che hai fatto una buona impressione.
Qual l’esperienza più pazza che hai vissuto nel tuo lavoro?
In genere, in televisione si ha poco margine di manovra per follie improvvise. Anche nel caso delle puntate di due ore del talkshow «SRF bi de Lit – Live», tutto è pianificato fino all’ultimo secondo. Per quanto riguarda la trasmissione «Tacho», dedicata al mondo delle automobili, che è andata in onda fino al 2019, la situazione era diversa. Eravamo una piccola cricca spensierata, con molta libertà di azione, e potevamo andare in pista con diverse auto da corsa; per un certo verso, una cosa da matti!

Invece di scorrazzare sul circuito, ora scendi in pista con diverse celebrità nel talkshow dedicato allo sci «Skischule Salar». Che cosa significa questo programma per te che sei grigionese e uno sciatore incallito?
In questo modo si è realizzato un sogno accarezzato da tempo! Era già qualche anno che riflettevo sul fatto che, in quanto nazione sciistica nel cuore delle Alpi, ci mancava uno show incentrato su questa tematica. La mia idea è stata realizzata solo nel 2024, ma sembra davvero che abbiamo colpito nel segno. Gli ospiti sono felici di partecipare e gli spettatori sono lieti di vedere le celebrità muoversi su un terreno sconosciuto, dove di tanto in tanto qualcosa va storto. Nella prossima stagione, verranno anche mostrate bellissime immagini della regione di Arosa-Lenzerheide, dove andavo a sciare già da bambino, essendo cresciuto a Coira.
Si dice che i bravi sciatori siano anche bravi automobilisti. Vedi un legame tra le due cose?
Assolutamente sì! La fisica è fisica. L’occhio per la carreggiata e il senso relativo alla velocità con cui entrare e uscire da una curva sono necessari per entrambe le attività. Come sulla pista da sci, anche sulla strada sono sempre alla ricerca di curve. E per questo, in effetti, non c'è un’auto migliore della nuova 911 GTS con le sue precise quattro ruote sterzanti.

Puoi definire il tuo stile di guida in poche parole?
Non gradevole per i passeggeri (ride).
È quello che dice tua moglie?
A volte mia moglie Barbara grida quando accelero di colpo, ma ama la velocità e lei stessa si mette volentieri alla guida. Il mio cane Lisl non sa fare comunque nient’altro che stare nella sua cuccia e dormire. Ovviamente rispetto i limiti di velocità. Ma se si guida un’auto con un motore così potente, una buona tenuta di strada e freni vigorosi, è forte la tentazione di prendere una strada di montagna a 70 o 80 km/h, dove con un’altra auto si va a 50 o 60 km/h.

Da dove nasce la tua passione per Porsche?
La prima cosa che ho disegnato quando avevo 3 anni non è stato un animaletto, bensì una 911; provo dunque questa passione per Porsche già da allora. Qualche anno fa ne ho acquistata una, per l’esattezza una Carrera 4S della serie 997, con la quale ho percorso 180.000 chilometri nell’arco di cinque anni. La maneggevolezza, l’affidabilità, la velocità e l’idoneità all’uso quotidiano rendono la 911 semplicemente il mio prodotto preferito al mondo. È per questo che mi sta molto a cuore la collaborazione con Porsche.
Utilizzi Porsche e la sigla 911 praticamente come se fossero sinonimi. C’è un altro modello che potresti prendere in considerazione?
Ciò che trovo affascinante da Porsche è il modo in cui riescono a rendere il loro DNA tangibile in ogni modello. Che si tratti di una Cayenne, una Taycan o Macan, al volante si avverte sempre di essere alla guida di una Porsche. Personalmente vorrei guidare ogni giorno la 911, ma come seconda auto potrei tranquillamente prendere in considerazione la Macan Electric. Ritengo che sia davvero un’auto ben riuscita.
Se potessi scegliere un passeggero per un giro sulla 911, chi sceglieresti?
Walter Röhrl! Una volta ho avuto la possibilità di andare in macchina con lui. La tranquillità con cui portava l’auto al massimo delle prestazioni era incredibile! E tutto questo a 78 anni! Mi ha anche consigliato di spingere il volante nelle auto con servosterzo, piuttosto che tirarlo. Da quando metto in pratica questo suggerimento, ho la sensazione di guidare con maggiore precisione.
Quale altro sogno vorresti ancora realizzare?
Posso menzionarne anche tre? 911 GT2 RS, 911 GT3 RS e una 911 classica come G-Modell o la serie 993.
In realtà, la domanda non si riferiva solo ai modelli Porsche…
Forse potrei dire che mi piacerebbe fare lo sci fuoripista sulla neve fresca in Giappone. Ma sono di fatto ossessionato dalle auto, per cui a rendermi felice sarebbe una nuova GT3 basata sulla generazione 992.

Chi è Salar Bahrampoori
Salar Bahrampoori, nato a Basilea nel 1979, è un presentatore svizzero di origine iraniana. Ha iniziato la sua carriera nel 2001 lavorando al canale musicale giovanile Viva Swizz. Ha acquistato notorietà soprattutto come volto delle trasmissioni sul canale televisivo SRF «G&G – Gesichter & Geschichten» (in precedenza intitolato «Glanz & Gloria») e «SRF bi de Lüt – Live». Inoltre, è stato anche ospite della trasmissione «Tacho», dedicata a temi relativi all’automobile. Salar è sposato e vive insieme alla moglie Barbara Bahrampoori e al suo cane Lisl sul Lago di Zurigo.