L’8 giugno 1948, il prototipo «Numero 1» otteneva con una omologazione singola l’omologazione ABE per l’Austria. La denominazione interna del modello era «Sport 356/1». Il 15 giugno la vettura riceveva la famosa targa «K – 45 286». Già il 4 luglio, la «Sport 356/1» veniva presentata in Svizzera durante il Gran Premio di Berna, mentre diversi giornalisti avevano potuto provarla in anteprima. Il 7 luglio fu pubblicato il primo resoconto su una Porsche: la rivista «Automobil Revue», sotto il titolo «La più giovane erede di un grande nome – Porsche 356, una nuova vettura sportiva a motore posteriore», scriveva tra l’altro:
«Nell’atmosfera del Gran Prix che si avvicina a grandi passi, inseguiamo l’auto sul tracciato di Bremgarten e, in brevissimo tempo, ne abbiamo piena fiducia. Queste sono proprio le caratteristiche di marcia che ci si aspetta da una vettura moderna che unisce i vantaggi di sospensioni moderne e il relativo comfort di marcia con la morbida tenuta di strada di una altrettanto moderna vettura sportiva, bassa e maneggevole. Sebbene non ancora pari in tutto alle future vetture sportive, la due posti aperta, la cui forma insolita ha comprensibilmente suscitato attenzione ovunque, permette di riconoscere che grazie al suo vantaggioso rapporto peso/potenza costituisce una compagna ideale non solo come auto per l’uso quotidiano, ma anche per la partecipazione a manifestazioni sportive. Nelle varie marce ha potuto raggiungere senza problemi 40, 70 e 100 km/h e in 4a marcia con velocità da 110 a 120 km/h, beninteso su strade adeguate, si possono percorrere viaggi più lunghi. È maneggevole e stabile nelle curve strette, ma mantiene la rotta desiderata con precisione anche nelle curve lunghe veloci. Le irregolarità stradali la influenzano solo poco».
La svizzera «Automobil Revue», fondata nel 1906, è stata per oltre un secolo una delle più importanti riviste al mondo specializzate nel campo delle automobili. Il resoconto di AR aveva una grande rilevanza fino ad arrivare alle cerchie dirigenziali dell’industria automobilistica e all’epoca, poco dopo la Seconda Guerra mondiale, la pubblicazione godeva di una posizione dominante nei Paesi di lingua tedesca. Il primo resoconto su Porsche è firmato «Collaudatore». Secondo i dati dell’esperto svizzero di motorsport Adriano Cimarosti, l’autore era il futuro redattore capo Robert Braunschweig. Il giornalista Max Troesch riferì del test sul periodico britannico «The Motor» il 21 luglio 1948. Troesch era un collaboratore esterno che in seguito avrebbe pubblicato molti articoli su questa vettura in Svizzera e all’estero. A lui soprattutto spettò un ruolo importante nella storia Porsche: da giovane ingegnere aveva già conosciuto il Professor Porsche negli stabilimenti stiriani all’inizio degli anni Trenta. E fu proprio Max Troesch a mettere a Porsche in contatto con il pilota automobilistico britannico Harold John Aldington che poi divenne il primo importatore di Porsche in Inghilterra. Troesch ha anche mostrato immagini della Porsche 356 al famoso concessionario di automobili americano Max Hoffman che per questo si procurò subito tre dei primi esemplari per gli USA.
Che questa prima corsa per giornalisti venisse organizzata in occasione del Grand Prix di Berna non fu affatto un caso. In questo modo a Porsche era garantita molta attenzione e la stampa specializzata si trovava comunque sul posto. Il percorso stradale lungo 7,26 chilometri nel bosco di Bremgarten era dall’inizio degli anni Trenta un circuito conosciuto e pericoloso, prima solo per motociclette e dal 1934 anche per automobili. Dopo la Seconda Guerra mondiale le prime corse si disputarono già dal 1947 e dal 1950 la corsa portò il titolo di «Gran Prix di Bremgarten», facendo parte del calendario di Formula 1 fino al 1954. L’edizione del 1948 non si tenne sotto una buona stella: dapprima il pilota motociclistico Omobono Tenni ebbe un incidente mortale, nelle prove morì poi il grande Achille Varzi in seguito a uno spaventoso incidente – e la corsa stessa reclamò la vita di un’ulteriore vittima con il pilota privato svizzero Christian Kautz. La corsa fu poi vinta da Carlo Felice Trossi con un vantaggio di solo 0,2 secondi su Jean-Pierre Wimille; la nuova Porsche non si presentò in nessuna classe.
Esattamente 70 anni dopo il primo test della stampa, Neel Jani, pilota ufficiale Porsche e vincitore di Le Mans, guida la Porsche «Numero 1» su un tratto dell’ex circuito di Bremgarten nei pressi di Berna ed è davvero soddisfatto: «Un ritorno alle origini – sono lieto di poter percorrere con la «Numero 1» questo tratto dell’antico circuito vicino ad Eymatt. In particolare perché proprio qui ebbe luogo il primo test in assoluto di una Porsche con la stampa, che poco dopo fu pubblicato su ‘Automobil Revue’».