Per il secondo anno consecutivo, Porsche ha fatto en plein nel Campionato Mondiale Endurance (WEC): vittoria a Le Mans, titolo mondiale Costruttori a Shanghai e ora, nuovamente con i piloti del Campionato mondiale alla finale in Bahrain. Nell'ultimo dei nove round del WEC 2016, Timo Bernhard (DE), Brendon Hartley (NZ) e Mark Webber (AU) hanno conquistato la terza posizione, partendo in seconda con la loro Porsche 919 Hybrid. I nuovi Campioni del mondo, Romain Dumas (FR), Neel Jani (CH) e Marc Lieb (DE) si sono piazzati solo sesti dopo il contatto con un'altra vettura all'inizio della gara. La doppietta vincente della dominante Audi è stata un modo memorabile per prendere commiato dal WEC.
La sei Ore è iniziata alle 16:00 con una temperatura prossima ai 30 gradi Celsius. Dopo il tramonto, alle 16:45, la temperatura è scesa a 24 gradi.
La gara della vettura n.1:
Partito dalla seconda posizione sulla griglia, Bernhard si lascia superare al primo giro da Jani con la vettura gemella e al giro 13 anche dall'Audi numero 7, passando in quarta posizione. Dopo 29 giri cede la guida a Webber, che riesce a portarsi in terza posizione superando la Toyota numero 5 al giro 43. Hartley passa alla guida dopo 59 giri e dopo 89 giri Bernhard prende il sopravvento fino a quando, dopo 120 giri, Hartley non torna al volante. Dopo 150 giri, Bernhard sale a bordo ancora una volta fino a quando Webber, dopo 180 giri, va finalmente a godersi l'ultimo podio della sua carriera agonistica. Dopo un totale di 201 giri conclude portando la 919 in terza posizione.
La gara della vettura n.2:
Al primo giro, Jani passa dalla terza alla seconda posizione. Superato dalla Toyota numero 7 al 15° giro, Jani è terzo davanti alla vettura gemella. Dopo 28 giri effettua il suo primo pit stop e prosegue la gara. Al giro successivo tocca una vettura GT ed è costretto a fermarsi di nuovo per sostituire uno pneumatico danneggiato e la scocca posteriore. A questo punto, la Porsche numero 2 è in ritardo di un giro. Dopo 60 giri prende la guida Dumas, dopo 91 giri è il turno di Lieb, dopo 122 giri Jani torna al volante e dopo 153 giri è di nuovo il turno di Dumas. Lieb sale in vettura per l'ultimo turno e circa 20 minuti più tardi, dopo 198 giri, taglia il traguardo conquistando il titolo di Campione del mondo.
Riflessioni del dopo gara:
Fritz Enzinger, Vice Presidente LMP1: ‟La gara di oggi ha dimostrato le peculiarità del team Porsche, che è riuscito a gestire una gara difficile e sotto una pressione enorme. Posso solo ringraziare tutti i sei piloti, ogni singolo membro del team e il management Porsche, che hanno sostenuto questo programma fin dall'inizio. Anche oggi, in pista, hanno dimostrato personalmente di sostenere a tutti i costi il progetto. Complimenti ad Audi per la meritata vittoria di oggi e grazie per la grande gara. Ci mancherete.”
Andreas Seidl, Direttore del Team: ‟Con la vittoria a Le Mans e il titolo mondiale costruttori e piloti per il secondo anno consecutivo, abbiamo raggiunto tutti i nostri obiettivi. È una gioia immensa per noi del Team Porsche. Mi congratulo con i nostri tre Campioni del mondo Marc, Neel e Romain e con l'equipaggio della vettura numero 2. Questa vettura è stata l'unica della categoria LMP1 a non avere perso un solo secondo all'interno del box per problemi tecnici durante le gare 2016. Adesso ci prepariamo ai festeggiamenti e, dopo un breve periodo di riposo, inizieremo a pieno ritmo i preparativi per il 2017.”
I piloti della Porsche 919 Hybrid N. 1
Timo Bernhard (35, Germania): ‟La mia partenza non è stata male. Neel è arrivato all'interno e, naturalmente, gli ho lasciato spazio per sorpassare. Correvamo quasi alla stessa velocità ma nessuno di noi era abbastanza veloce da raggiungere l'Audi, anche se abbiamo nettamente battuto Toyota. Per noi è stato molto importante consegnare la vettura a Mark alla fine permettendogli di compiere gli ultimi giri, e abbiamo voluto essere con lui sul podio per l'ultima volta. È stato un giorno davvero emozionante, troppo per descriverlo a parole.”
Brendon Hartley (27, Nuova Zelanda): ‟Il mio primo turno dopo Timo e Mark è andato abbastanza liscio. Kazuki Nakajima era dietro di me ed è stato un po' complicato con il traffico, ma è andata bene. Per quanto riguarda Audi, speravamo di avvicinarci a loro quando si è abbassata la temperatura, ma oggi non ha funzionato. Si sono meritati la vittoria nella loro ultima gara. Per noi e Mark è andata bene, perché siamo riusciti a farlo salire sul podio nella sua ultima gara. Oggi abbiamo dato il massimo, ed è davvero molto triste vederlo andare via.”
Mark Webber (40, Australia): ‟Oggi sono stato il secondo ed ultimo pilota in auto e sono abbastanza soddisfatto di entrambi i turni. All'inizio della gara ho dovuto lottare un bel po' con la Toyota numero 5. Sono riuscito a sorpassarla e ho cercato di allontanarmi, ma non abbiamo avuto abbastanza forza per lottare contro l'Audi. Nell'ultimo turno è stato piuttosto emozionante indossare il casco per l'ultima volta ma è stato bello perché ho avuto la possibilità di condurre la vettura al traguardo in una delle prime tre posizioni. Era il massimo che potevamo ottenere oggi. Sono stati tre anni fantastici con Porsche, insieme a Timo e Brendon e a tutta la squadra. Niente è per sempre, mi fermo in un buon momento e non vedo l'ora di rivedere tutti presto.”
I piloti della Porsche 919 Hybrid N. 2
Romain Dumas (38, Francia): ‟Per noi la possibilità di un podio era finita dopo un'ora di gara. Quando Neel ha avuto il contatto con un'altra vettura, la nostra 919 ha iniziato a comportarsi in modo strano. Abbiamo iniziato ad avere sempre un leggero sovrasterzo ma, considerata la situazione in campionato, non avevamo bisogno di spingere. Per noi era importante finire la gara tranquillamente ed evitare errori. Sono contento che abbia funzionato.”
Neel Jani (32, Svizzera): ‟È stato un inizio di gara promettente. Abbiamo lavorato duramente, perché spesso mi sono trovato nel traffico nei posti peggiori, ma la strategia e il primo pit stop sono andati molto bene. Quando poi ero alla guida, una vettura GT mi ha urtato causando danni ad uno pneumatico posteriore e alla carrozzeria. Dopo le riparazioni, la vettura non era più in condizioni perfette e non siamo riusciti a colmare l'enorme divario formatosi con le vetture davanti a noi. Tutto quello che potevamo fare, era sperare che la Toyota numero 6 non vincesse e non correre rischi in pista.”
Marc Lieb (36, Ludwigsburg): ‟Per me è andato tutto abbastanza liscio, dovevo solo condurre la vettura a fine gara. A causa dell'urto subito da Neel all'inizio della gara, il volante non era più dritto e, alla fine, la nostra 919 non era nella forma migliore. Ma abbiamo completato la corsa e ce l'abbiamo fatta.”
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