Richard Lietz non scorderà in fretta questa giornata. Nelle prossime settimane, ogni volta che si guarderà allo specchio, si ricorderà del 21 Novembre 2015: il giorno in cui ha vinto la FIA Endurance Cup alla 6 Ore in Bahrain, il più grande successo della sua carriera. Non appena il miglior pilota GT dello Sports Car World Endurance Championship WEC è sceso dalla sua Porsche 911 RSR, i meccanici del team Porsche Manthey lo hanno afferrato per rasargli il numero «1» sulla chioma nera.

"Anche se dovrò dare molte spiegazioni quando tornerò a casa, i ragazzi si sono voluti solo divertire, ed era la cosa più importante in quel momento", ha detto Richard Lietz, che festeggerà 32 anni il 17 dicembre. "Questo titolo è la nostra meritata ricompensa per non aver mai mollato durante tutta la stagione, anche quando ci sono state battute d'arresto. Quando a Le Mans eravamo dietro, e molti ci avevano dichiarati fuori gioco, abbiamo sempre creduto nelle nostre capacità. Il modo in cui abbiamo rimontato nella seconda parte della stagione è stato grandioso. Ci si può riuscire solo con una squadra come questa”.

Richard Lietz ha dovuto attendere quattro gare per portare a casa la sua prima vittoria di stagione. Solo al Nürburgring, pista di casa del suo team Porsche Manthey, ha compiuto la svolta. Grazie alla sua vittoria sul circuito dell’Eifel, in Agosto, l’austriaco è passato in testa alla FIA World Endurance Cup, la classifica piloti più strenuamente contesa dello Sports Car World Championship WEC. E dopo le gare d’oltreoceano, si è garantito la supremazia.

"Richard è una scommessa più che sicura quando si tratta di essere costantemente veloci, anche nelle condizioni più difficili, e riuscire a portare a casa i migliori risultati," afferma Marco Ujhasi, Overall Project Manager GT Works Motorsport di Porsche. Nonostante il suo stile di guida possa apparire poco spettacolare all'osservatore, nel corso della sua carriera agonistica Richard Lietz ha celebrato grandi successi in svariate serie agonistiche, grazie alla sua velocità e all'estrema costanza. Ha coperto praticamente ogni disciplina e sviluppato la sua abilità di guida su percorsi rally piuttosto che in pista. Dal momento che a 16 anni era troppo giovane per partecipare ai rally, decise di entrare in Formula BMW. Al tempo, era già evidente che sarebbe approdato alle competizioni automobilistiche: suo nonno partecipò a gare in salita alla guida di una Porsche 550 Spyder e suo padre gareggiò nel Campionato Rally austriaco. Anche suo fratello, che è stato il primo a congratularsi con lui su Facebook dopo la vittoria alla gara del Bahrain, è un appassionato pilota. E l'incontro con la sua compagna Heidi all’Hungaroring completa perfettamente il quadro.

Ma non sono stati soli i geni familiari a far diventare Richard Lietz un pilota professionista. Essere cresciuto a Ybbsitz, una forte comunità di 3.500 persone nell’idillio rurale della Bassa Austria nella Mostviertal, lontano dalle distrazioni delle grandi città, è stato senz’altro un aiuto. "Per i giovani, le opportunità destinate alle attività ricreative erano poche e lontane", spiega. "Ma avevamo belle strade naturali, divertenti per la guida. Ecco perché molti piloti provengono dalla nostra regione”.

Quando Richard Lietz divenne un pilota ufficiale Porsche nel 2007, dopo aver sbalordito con le sue ottime prestazioni negli anni precedenti alla Carrera Cup e Supercup, un sogno custodito a lungo è diventato realtà. Grato per la fiducia che Porsche ripose in lui, si impegnò a ripagare Porsche prima possibile di quella fiducia. Funzionò: prima vinse la classe GT2 alla 24 Ore di Le Mans, poi ottenne la vittoria assoluta all’International GT Open. In breve tempo fu considerato uno dei migliori piloti GT al mondo. Con questi successi anche le aspettative aumentarono. Ma Richard Lietz, a cui piace ricaricarsi arrampicando e correndo, non ha mai perso il contatto con la realtà. Al contrario: non è di quelli che si prendono troppo sul serio, è una persona positiva e riflette su se stesso non appena commette un errore. Il suo compagno di squadra Michael Christensen, con cui ha vinto tre gare WEC in questa stagione, dichiara: "Richard è il miglior amico e compagno di squadra che si possa mai desiderare”.

Agli osservatori esterni, Richard Lietz può apparire freddo e calmo, ma quando le cose non vanno secondo i piani, può anche diventare molto emotivo. Non è sicuramente una persona che sfugge al confronto, e si assume le sue responsabilità, non necessariamente a proprio vantaggio, ma soprattutto nell’interesse della situazione. Questo lo rende il perfetto giocatore di squadra. "Solo quando l’ambiente è favorevole", dice, "ognuno può dare il meglio per contribuire al successo." Il team Porsche Manthey ne è un esempio perfetto: "Con questi ragazzi si può davvero arrivare dove si vuole, ciascuno di loro sa cosa deve fare. Sono orgoglioso di far parte di questa squadra”.

L’austriaco è l'uomo giusto per tutte le situazioni e per tutte le serie in programma: nel 2009 ha vinto la Le Mans Series (classe GT2) e difeso questo titolo l'anno seguente. Nel 2012, alla classica 24 Ore di Daytona, ha conquistato la prima delle due vittorie GT ottenute finora, con altre due vittorie in classe Le Mans seguite nel 2013 e 2014. Ed è stato uno dei piloti del trio vincente, quando Porsche ha messo a segno il suo successo storico con la prima vittoria assoluta alla classica Petit Le Mans statunitense. Il Direttore di Porsche Motorsport, dottor Frank-Steffen Walliser, apprezza Richard Lietz per le sue doti di concretezza e il suo pensiero analitico, capace di vedere sempre la situazione generale, e non solo per la sua altezza di 1,83 metri: "Il suo mondo non si ferma alla fine della pit lane." Non è solo contento delle sue grandi prestazioni in pista, ma anche della grande familiarità che ha con i suoi compagni di squadra e di come riesca a trasmetterla all’interno della famiglia Porsche Motorsport: "Quando i nostri piloti vogliono che sia ottimizzato qualcosa, di solito è Richard a venire da me e a consigliare come riuscirci”.

Richard Lietz è un esempio per molti giovani piloti Porsche. Avendo perfezionato anche le sue capacità di guida nelle serie monomarca Porsche, dimostratasi un'altra volta un’eccellente trampolino di lancio per una carriera agonistica internazionale, è facile capire perché si identificano con lui. Come Michael Christensen, ad esempio. Il danese, di sette anni più giovane, parla con inevitabile entusiasmo del suo compagno di squadra. "Da Richard posso imparare molto," afferma. "Grazie alla sua grande esperienza, sa cosa serve per avere successo. Capisce come convincere la squadra ad andare avanti unita e a lavorare in una direzione. È affascinante osservarlo all'opera." I due sono molto affiatati, anche lontano dalla pista. Quando il danese si è trasferito a Vienna due anni fa, Richard Lietz gli ha dato utili consigli per trovare il posto in cui vivere. "Di tanto in tanto ci incontriamo per un caffè", dice Christensen. "È divertente uscire con Richard. Trascorriamo piacevoli momenti insieme”.

Per Richard Lietz, la vittoria nella FIA Endurance World Cup è stato il più grande successo ottenuto finora in carriera. La probabilità che ciò possa cambiare la sua personalità è praticamente pari a zero. "Puoi vincere un titolo come questo solo se hai alle spalle una squadra forte, che desidera vincere tanto quanto te," dichiara. Per quanto sia entusiasta della sua vittoria del titolo, Richard è anche felice che Porsche Manthey abbia conquistato il titolo di squadra in Bahrain. Il suo unico dispiacere è stato che Michael Christensen non abbia potuto condividere l’onore di essere il miglior pilota GT al mondo. Dopo tutto, le tre vittorie di questa stagione se le sono aggiudicate assieme. Ma poiché il pilota danese ha aiutato Porsche North America nella loro missione al Tudor United SportsCar Championship di Spa in concomitanza con le gare WEC, Richard Lietz ha finito con più punti all’attivo rispetto al suo compagno di squadra. "Anche se le statistiche non lo dichiarano, io sento di avere vinto il titolo assieme a Michael”.

Al culmine della sua carriera, iniziata in un kart nel 1998 e approdata a Porsche passando per la Formula BMW, il Campionato Rally austriaco e la Formula 3, Richard Lietz ha vinto molte delle più importanti gare al mondo, e ora ha aggiunto un altro campionato internazionale della massima serie con il WEC. Vive e ama ciò che fa. Quando sente altri colleghi piloti filosofare per mancanza di motivazione, scuote semplicemente la testa. "Prima di una gara non devo cercare altre motivazioni," dice. "Sedermi al volante di una Porsche e sapere che sto rappresentando in pista un marchio così ricco di storia, è sempre stato sufficiente per me”.


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1) Serie 911 Carrera: Consumi (l/100 km) combinato 12,7–7,4, urbano 19,2– 9,9, extraurbano 8,9–6,0; Emissioni di CO₂ 296–169 g/km; Classe di efficienza (Germania) G-D.

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