Ore 10:00 del mattino, sabato 20 settembre 2025. 73 Porsche si sono riunite al Porsche Experience Center Franciacorta. L’atmosfera è quella di un ritrovo tanto atteso tra amici: un momento di saluti calorosi tra gli equipaggi scioglie il ghiaccio, poi un caffè al Targa, il rinomato coffee bar dell’Experience Center dedicato all’iconico modello, e tanti sorrisi. Arriva poi il momento di apporre i bolloni con il numero identificativo di ogni partecipante, fatti aderire con cura sulle portiere delle auto, senza creare bolle d’aria che, si sa, rovinano l’estetica. Infine, si scaldano i motori, in gergo elettrico si pre-condizionano. È tutto pronto per partire in direzione Austria.
A priori, un raduno di questo genere non appare una grande novità: di clienti appassionati Porsche ce ne sono tantissimi in tutto il mondo e di viaggi organizzati con le proprie sportive a motore posteriore altrettanto. Eppure, l’occasione attorno alla quale 131 Porschisti hanno trascorso un fine settimana tra Italia e Austria è talmente importante per la Casa di Zuffenhausen da essere considerata storica. 42 Taycan e 31 Macan costituiscono assieme il primo registro italiano (ma è un inedito, non ci sono altri club ufficiali simili al mondo) di automobili Porsche elettriche: il Porsche Club Registro Italiano E-Motion, per l’appunto.
La prima parte di viaggio scorre piacevolmente senza intoppi; dopo circa 3 ore di guida, la carovana fa sosta a Bressanone. Sono circa 240km dal punto di partenza in Franciacorta, ben al di sotto dell’autonomia sia di Macan - che arriva ai dichiarati 641km nella versione d’ingresso e i 591km nella versione Turbo – sia di Taycan, in entrambe le generazioni - con valori che variano rispettivamente da 416 a 681 km. Nonostante non sia necessario ricaricare, un automobilista esperto di elettrico sa che il trucco che elemina completamente l’ansia da colonnina è quello di effettuare brevi ricariche ogni volta che se ne presenta l’occasione. La pausa pranzo si è quindi rivelata perfetta a questo scopo. A turno, i partecipanti — anche quelli con la batteria più scarica — hanno riportato l’autonomia all’80% in soli 22 minuti sulle Taycan di prima generazione e in appena 12 minuti sui modelli più recenti.
Lasciata alle spalle la tappa intermedia di Bressanone, si riparte alla volta della destinazione dove si trascorrerà la notte. Il tragitto si snoda tra vallate alpine ancora verdi sul finire dell’estate, costeggiate da fitti boschi di conifere e interrotte da scorci di villaggi tirolesi con i loro tetti spioventi. Le curve morbide che attraversano i passi di confine regalano vedute spettacolari su laghi alpini cristallini. È questo lo scenario che accompagna il viaggio verso Salisburgo.
L’Austria è il paese che ospitò il marchio Porsche negli anni della Seconda Guerra Mondiale e dove la famiglia Porsche diede origine al mito delle automobili sportive tra Zell Am See, nei pressi di Salisburgo, e Gmünd in Carinzia. Qui, dopo la produzione della 356 a fine anni ’40, la famiglia stabilì, infatti, le sue attività imprenditoriali e personali fino alla fine del decennio successivo. Raggiungere questi luoghi a bordo dei primi due modelli completamente elettrici del Marchio non ha soltanto un significato simbolico che rappresenta la volontà di trasferire l’esperienza di appartenenza verso una dimensione di gruppo limitata alla sola mobilità elettrificata. No, nel concreto significa riconoscere una comunità di appassionati che non si fermano solo alle prestazioni di un motore a combustione, ma che nemmeno affermano ciecamente la superiorità della tecnologia elettrica. All’opposto: il Registro E-Motion conferma che una Porsche è tale a prescindere da pistoni ed elettroni. È un sogno che in questo caso diventa condiviso, anche di fronte a un cambiamento radicale di paradigma.
Scorre la notte, tranquilla, merito di una città che per natura è una culla silenziosa, ma anche della stanchezza accumulata dopo il lungo viaggio e della cena a base di autentiche specialità austriache. Dalla Wiener Schnitzel, la celebre cotoletta di vitello impanata, al Tafelspitz, manzo bollito servito con salse delicate, fino al Tiroler Gröstl, patate saltate con speck, per concludere con l’immancabile Apfelstrudel: un percorso gastronomico che ha accompagnato degnamente la giornata.

Si riparte il giorno seguente. Non tutte le 73 auto hanno ricaricato, ma poco importa, non c’era la necessità. Alcuni hanno sfruttato il tempo della cena per una ricarica nei pressi del ristorante, altri hanno sfruttato le colonnine dell’hotel nel tempo della doccia pre-cena ed altri ancora hanno atteso la tappa successiva, che, come ormai quasi tutti i luoghi turistici dei nostri vicini austriaci e tedeschi, era dotata di colonnine di ricarica veloce.
Proprio nei pressi di Salisburgo, appena oltre il confine tedesco, ha sede il TraumWerk, un museo che in italiano può essere tradotto come “officina dei sogni”. Qui si conclude l’esperienza di viaggio, dopo un benvenuto festoso e una visita guidata della struttura, che comprende un giardino fiabesco, ampie sale con una grande collezione di modellini di treni, navi e giocattoli, ma anche di Porsche tanto storiche quanto rare – come un magnifico esemplare di 911 modello 959 rosso fiammante. E proprio qui, alla presenza di Hans-Peter Porsche, titolare del TraumWerk, nonché figlio di Ferry Porsche, il registro italiano E-Motion ottiene la propria certificazione ufficiale e diventa il primo Club elettrico Porsche riconosciuto nel mondo.
Tutti si salutano con l’augurio di ritrovarsi presto al prossimo appuntamento e salgono in auto pronti per il confortevole rientro a bordo di Taycan e Macan.
Ciò che sorprende di queste auto non sono le prestazioni, seppur impressionanti, non è neppure il design o la tecnologia di bordo. L’equilibrio è l’elemento che più di altro contraddistingue queste prime Porsche elettriche. In autostrada non si avvertono vibrazioni e l’elasticità del motore elettrico consente di viaggiare in prima classe. L’asfalto scorre sotto le ruote senza accorgersene e si arriva a destinazione rilassati e senza il senso di stanchezza che di solito assale dopo ore passate alla guida. Sulle strade di montagna si apprezza il dinamismo e l’impetuosa reattività dei motori elettrici che, non dovendo scegliere il rapporto giusto, non “strappa” mai ma spinge sempre con tempismo perfetto. Equilibrio tra prestazioni, comfort, piacere di guida e tecnologia di bordo, la sintesi ideale. Dovunque si vada, ci si trova sempre a proprio agio e ci si ritrova nell’identità stessa del marchio Porsche, ben riassunta dal suo fondatore:

“Un marchio come Porsche non deve mai dimenticare le sue radici, altrimenti perde la sua anima”. Ferry Porsche, Fondatore di Porsche AG
La comunità E-Motion è la più forte testimonianza che le radici non sono state dimenticate, anzi, riescono ancora a costruire nuove comunità di appassionati che, assieme, condividono la propria Porsche dei sogni.
Articolo a cura di Tommaso Marcoli