All’ultima curva
L’intervista: Tre alfieri italiani della Porsche Carrera Cup Italia raccontano le loro personali strategie per contenere il giovane olandese Larry Ten Voorde, rivelazione 2023 della serie tricolore del monomarca Porsche.
La Porsche Carrera Cup Italia ha riacceso i motori e con un pieno di adrenalina ha inaugurato la sua 18esima edizione a Misano e poi a Imola, lanciandosi verso il «cuore» della stagione, previsto al Mugello a metà luglio. Proprio l’appuntamento di metà campionato sarà cruciale nel delineare le forze in campo, l’ago della bilancia in vista dei round seguenti, quelli decisivi, quelli che da settembre, di nuovo a Imola e poi a Vallelunga e nel gran finale di Monza, decreteranno i vincitori di quello che negli anni è diventato uno dei monomarca di riferimento a livello europeo. Tra le novità di quest’anno, Porsche Italia ha introdotto la speciale classifica riservata ai driver esordienti nella serie, mettendo per la prima volta in palio il titolo «Rookie» al fianco dei consueti «Piloti», «Team» e «Michelin Cup».
Tra le certezze in pista, il campione in carica Larry Ten Voorde. Oltre ai due titoli già conquistati in Supercup, lo scorso anno il 27enne asso olandese ha aggiunto alla sua bacheca personale anche quello ottenuto all’esordio nel monomarca tricolore, superando, fra gli altri, i già titolati Simone Iaquinta (campione della Carrera Cup Italia nelle edizioni 2019 e 2020), Gianmarco Quaresmini (2018 e 2022) e Alberto Cerqui (2021).
Tra i protagonisti 2024, non solo Ten Voorde e il trio italiano sono in lizza, ma senza dubbio sia il pilota calabrese sia i due driver bresciani sono gli interpreti che vantano la maggiore esperienza nel monomarca e, visto anche il confronto diretto vissuto lo scorso anno, non possono che essere loro a indicare la via per arginare l’olandese e ritornare sul trono più ambito.
Come sempre lucido nell’analisi, Simone Iaquinta punta sulla gestione concreta di situazioni e vettura, con tanto di piccolo rimpianto per il 2023: «Bisogna essere precisi, perfetti e tenere sempre il cervello acceso», attacca il due volte campione. «Quando sei più veloce in una determinata gara, ma non hai possibilità di vincere, devi saperti accontentare.
La concretezza in gara è fondamentale, mentre la qualifica è relativa. Vincere facilita le cose, ma se lo scorso anno mi fossi accontentato di qualche podio avrei conteso il titolo fino alla fine. Nel momento in cui eravamo a pari punti, a Monza, nel quarto dei sei round, io ero secondo, ma davanti a lui. Ho cercato di vincere, in realtà è finita che ho perso tutto.»
Gianmarco Quaresmini punta l’attenzione anche sull’aspetto tecnico. La possibilità di guidare una 911 GT3 Cup ben settata e di pari livello è la discriminante principale: «La costanza di rendimento e la perfezione nella guida sono sempre importanti e se Ten Voorde dovesse saltare uno o più appuntamenti lo saranno ancora di più. A patto, però, che ci si possa sempre dimostrare super-competitivi.
Per questo anche la fiducia nel proprio team è cruciale. Io mi fido al 100% della mia squadra e so che con una vettura preparata al meglio si può lottare contro chiunque. Ho imparato a conoscere bene i segreti della 911 GT3 Cup». Per Alberto Cerqui la costanza di risultati (qualifica compresa) e la prontezza di massimizzare le situazioni favorevoli hanno un ruolo fondamentale: «Non c’è un segreto per vincere il titolo. Bisogna sempre ottenere risultati competitivi. Negli ultimi anni non è bastato vincere alcune gare, servono anche i piazzamenti di rilievo. A fine stagione diventa determinante anche il fatto di non essere stati competitivi anche solo in un weekend. E la qualifica è oggi fondamentale. La serie è molto competitiva e i duelli a volte provocano delle safety car: se al via sei un po’ indietro, recuperare diventa complicato. Poi a volte sono gli episodi che determinano le gare, quindi giova sia esser bravi a cogliere l’occasione sia un po’ di fortuna. In un momento topico fa sempre comodo».