L’amaca sociale

Eventi: Il sogno fatto opera d’arte e l’interpretazione tridimensionale di un tessuto da sempre simbolo delle auto di Zuffenhausen. Alla Milano Design Week 2024, Porsche propone la quinta edizione della serie «The Art of Dreams» con l’installazione immersiva «Lines of Flight» del collettivo Numen/For Use.

   

La Milano Design Week 2024 ha confermato il suo ruolo di connettore internazionale di creatività, raccogliendo nel capoluogo europeo del design migliaia di persone che si sono distribuite tra le molteplici iniziative, mostre, performance che hanno animato la città nella terza settimana dello scorso aprile.

Porsche ha confermato la sua partecipazione all’happening, dando vita a un altro capitolo di «The Art of Dreams», la serie di iniziative che, coinvolgendo vari artisti sul tema del sogno, dal 2021 è protagonista delle principali piattaforme d’arte, dalla Singapore Art Week ad Art Basel Miami Beach fino, appunto, all’evento italiano.

Lines of Flight:

Lines of Flight:

Palazzo Clerici apre le porte all’installazione del collettivo Numen/For Use, opera ispirata alla texture Pepita.

I sogni e la loro ineffabilità in primo piano, dunque, declinati nelle forme e nelle sensazioni che stimolano. Ed è così che Palazzo Clerici, dimora settecentesca dell’omonima famiglia milanese, ha accolto nel suo affascinante cortile «Lines of Flight», un’installazione monumentale dedicata ispirata a uno dei simboli più sottilmente legati a Porsche, l’iconico motivo Pepita, capace di unire tutte le generazioni delle auto di Zuffenhausen attraverso un dettaglio, segno di grande gusto e cultura automobilistica. È il disegno quadrettato della stoffa che completava la fascia centrale dei sedili Porsche fin dalla prima 356, il motivo battezzato Pepita (dal nomignolo di una ballerina spagnola) che da allora rappresenta un tocco di raffinata classicità anche sui modelli più attuali.

A dare un’interpretazione del tema del sogno è stato chiamato Numen/For Use, collettivo d’arte guidato dai designer industriali Sven Jonke, Christoph Katzler e Nikola Radeljković, per l’occasione coadiuvati dall’architetta e scenografa croata Ivana Jonke. Nell’analisi del pattern di Pepita, ovvero dello schema grafico che lo compone (l’edizione 2024 aveva come sottotitolo proprio «The Pattern of Dreams»), i creativi di Numen/For Use hanno colto la raffigurazione di una migrazione di uccelli, una nuvola di storni che vibra di energia e di dinamismo pur mantenendo il rigore formale richiesto dalla formazione di volo.

Utopia abitabile:

Utopia abitabile:

Esibizione del corpo di ballo diretto da Imre e Marne Van Opstal, all’interno della struttura artistica.

Da questa intuizione nasce la complicata realizzazione di «Lines of Flight», una struttura composta da diagonali unite tra loro da un reticolo semi-trasparente che ricorda il motivo Pepita e che propone l’idea di uno stormo che si sposta compatto grazie al movimento sincrono ma individuale di ogni elemento che lo forma. A renderlo più vicino allo spettatore, la possibilità di salire sulla struttura, esplorandone gli spazi e i suggerimenti di fuga, di transizione, liberando fantasia e creatività, come ha dimostrato durante la performance nella serata di apertura il corpo di ballo diretto dai coreografi Imre e Marne Van Opstal. Una specie di «amaca sociale», come Numen/For Use ama definirla, aggiungendo la loro idea di sogno a occhi aperti come un’utopia abitabile, uno spazio alternativo e un modo di vivere astratto.

L’iconica 911L:

L’iconica 911L:

In mostra a Palazzo Clerici tra il fondale a motivo Pepita e lo sfondo «Lines of Flight».

Ben ancorata alla realtà, invece, la presenza a Palazzo Clerici di Vitra, il brand svizzero specializzato nei complementi d’arredo di design, con l’esposizione di tre sedie a tiratura limitata della linea «Pepita Edition by Vitra» che il brand ha realizzato per Porsche usando l’iconico tessuto Pepita. 

Oltre all’installazione presente nel primo cortile, nel secondo una 911L rossa, compresa tra un tappeto che riproduceva l’iconico tessuto e un fondale che riprendeva struttura e materiali di «Lines of Flight», mostrava al suo interno l’origine ispiratrice dell’insieme. Ovvero, sedili in pelle nera attraversati dall’inconfondibile tessuto a quadretti. Pardon, Pepita. 

Alessandro Giudice
Alessandro Giudice