La passione di Alberto

Porsche Italia – Puro piacere di guida: cuore e lavoro, una vita segnata dal ritmico ticchettio dei telai dei tessuti e dal rombo dei sei cilindri boxer delle sue 911. (Quasi) tutte aspirate, manuali, a trazione posteriore. Con una speranza riposta negli eFuels. 

   

Al confine tra Lombardia e Piemonte, all’interno del Parco del Ticino, ha sede la più grande azienda d’Europa per la produzione di tela Denim. Qui la famiglia Candiani si è insediata avviando un’attività che da 85 anni trova nel suo territorio una risorsa e un’ispirazione continua. Una storia di legami, di tradizione, di made in Italy e di Porsche. Alberto Candiani, quarta generazione alla guida dell’azienda, è un imprenditore con la mente già proiettata verso un futuro sostenibile ma con il cuore a bordo di una 911. 

«Da bambino sono certamente stato influenzato dalla passione per i motori di papà, estimatore Porsche. In adolescenza ho sviluppato una naturale attrazione nei confronti della Carrera 911: era il tempo della 964, del film Bad Boys e dei poster della 30 Jahre Jubilee di quel color melanzana.» Spiega Alberto che ha avuto la sua prima esperienza su «una 993 Carrera S ed una 996 GT3 di papà, attaccandomi addosso il badge Porsche per sempre». 

Da adolescente ho sviluppato una naturale attrazione nei confronti della 911

Quarta generazione:

Quarta generazione:

La famiglia di Marco produce tela Denim da 85 anni. Una tradizione che si rispecchia anche nella scelta del modello che colleziona

I telai lavorano infaticabili e con il loro continuo e costante vociferare metallico producono 20 milioni di metri di tessuto ogni anno. Richiamano quel «saper fare» italiano, apprezzato in tutto il mondo, costruito nel corso delle generazioni dove il tempo è una ricchezza e suscita rispetto e reputazione. Proprio il tempo e la sua dimensione così difficile da definire ha ispirato la collezione di Alberto. 

«La 911 è per me l’Automobile. Ed è anche un po’ casa. Sali su un modello degli anni ’70, poi su una 992 e ti senti comunque nella tua auto: una meraviglia da guidare, un heritage unico. Si è saputa evolvere rimanendo nonostante tutto autentica a se stessa.» 

Il passato che si riflette sul presente e che anticipa il futuro: l’autenticità è semplicità. «La mia collezione si basa su sole coupé, manuali, a trazione posteriore e aspirate. Tranne una: quella del film Bad Boys, la Turbo 964 3.6, una meravigliosa eccezione che conferma tuttavia la mia personalissima regola», specifica Alberto.

«Tutto parte da una 911 SC Jubilee del 1982, che è il mio anno di nascita, poi troviamo una 993 Carrera S, forse la mia preferita, ed una 996 GT3 Clubsport (MKI), proprio come quelle che vedevo nel garage di casa negli anni 2000. Si prosegue con la brutale e strepitosa 997 GT3 RS 3.8 (MKII), una rarissima 991 GTS (MKII) Rennsport Ltd Edition che ho importato dagli USA dove ho avuto il piacere di guidarla per scenari meravigliosi tra Arizona, Nevada e California per diversi anni ed infine una 992 GT3. Questa volta Touring perché banalmente più sfruttabile.» 

Alberto non nasconde la volontà di custodire questo patrimonio e tramandarlo mandando un messaggio: «Alla base del concetto sostenibile di un tessuto o di un capo di abbigliamento c’è la sua «durabilità», quindi una caratteristica intrinseca alla più generica qualità del prodotto. Se si parla di un paio di jeans si parla di un capo nato per durare, fatto per resistere, per invecchiare e che se rispettato, anche riparato se necessario, può addirittura migliorare nel tempo il suo aspetto fino a diventare quel pezzo vintage di cui si diventa quasi orgogliosi. Tutto questo ci ricorda qualcosa, vero? La 911». 

Il gusto di coltivare la passione per questi oggetti così preziosi incontra il sincero interesse, l’instancabile impegno per contribuire a un percorso di sostenibilità: «La qualità di un prodotto sostenibile, che sia un capo di abbigliamento o un’auto, deve evolversi in modo da rispettare l’ambiente, facendosi a sua volta rispettare dal marketing selvaggio che spesso travolge le industries sottoforma di greenwashing». E poi, certo, la speranza che i motori a combustione non si spengano: «Confido moltissimo nello sviluppo scalabile dell’eFuel che rimarrebbe linfa vitale per tutte le 911». Perché anche per Alberto, certe vibrazioni, sensazioni ed emozioni, difficilmente potrebbero essere sostituite.

Tommaso Marcoli
Tommaso Marcoli

Dati sui consumi

911 GT3

WLTP*
  • 13,0 – 12,9 l/100 km
  • 294 – 293 g/km

911 GT3

Dati sui consumi
consumo carburante combinato (WLTP) 13,0 – 12,9 l/100 km
emissioni CO₂ combinato (WLTP) 294 – 293 g/km