Palme e trofei
Negli Emirati Arabi Uniti, Karim Al Azhari è considerato ambasciatore del brand di Zuffenhausen, collezionista, pilota e presidente del Porsche Club al tempo stesso.
Sessanta minuti dopo l’alba: l’enorme afa del deserto assorbe migliaia di litri d’acqua dal mare del Golfo Persico, trasformandoli in nebbia finissima che aleggia nell’aria. Lo skyline di Dubai fa capolino da una cupola di foschia, che dona alla luce mattutina scintillanti riflessi lattescenti e dorati. Sull’isola artificiale di Palm Jumeirah, di fronte alle coste di Dubai, si susseguono piscine dalle riverberanti acque blu e ville color sabbia. Ci avviciniamo lentamente a una delle proprietà, dove il padrone di casa Karim Al Azhari ci sta già aspettando. Ci accompagna velocemente nei più freschi interni della sua villa.
«Alcuni dicono di aver imparato a guidare davvero solo grazie a me.» Karim Al Azhari
«Probabilmente non sono un classico appassionato di Porsche, uno a cui piace solo Porsche, che ama e respira solo Porsche.» Con queste inaspettate parole, Karim Al Azhari apre la conversazione quando ci accomodiamo in salotto, tra un morbido tappeto e un grande divano. E le sorprese continuano con il suo tedesco perfetto. Figlio di un imprenditore siriano e di una mamma tedesca, ha sempre trascorso le estati della sua infanzia in Assia. Il fondatore e presidente del Porsche Club UAE (United Arab Emirates) fa una breve pausa, consapevole dell’impatto della sua prima uscita: «Ammiro la tecnica ineccepibile. La sua bellezza e il suo senso. Il funzionamento chiaro e la meravigliosa sensazione di precisione e ingegno. Nelle Porsche, tutto questo tocca i massimi livelli di perfezione. Non ho ancora trovato una macchina migliore di una Porsche. È un dato di fatto.»
Questa consapevolezza deve essere maturata precocemente, dato che acquista la sua prima Porsche quando ha 16 anni. Il che lo fa sembrare un vero appassionato, che respira e ama il brand. Dietro al ragionamento si sente il battito del cuore. E l’umorismo sottile che lo contraddistingue. Andiamo a vedere la sua collezione di Porsche? Più tardi. Perché prima vuole mostrarci come vive.
Brama di rendimento e successo
Il padrone di casa ci accompagna in un simpatico viaggio, che passa davanti a porte fabbricate in Germania con tanto di vetro appositamente inciso («… tre linee per i miei tre figli…»), una vista cinematografica a tutta altezza su palme, spiaggia e mare e, infine, un’ultima porta, che varchiamo: «Ho anche altri uffici, ma lavoro quasi sempre qui. Mi piace la mia libertà.»
«Non ho ancora trovato una macchina migliore di una Porsche.»
Karim Al Azhari
Nell’ala laterale ha allestito il suo home-office: il pavimento è ricoperto di piastrelle in gres porcellanato effetto marmo venato, lucide come seta, le pareti sono scure, le finestre impreziosite da archi a tutto sesto d’ispirazione araba. Da qui, il 48enne non gestisce solo le sue aziende del settore edile e immobiliare. La stanza è chiaramente l’ufficio di un pilota di corse. Uno scaffale che va dal pavimento al soffitto è stipato di centinaia di coppe. Karim Al Azhari si avvicina al suo personalissimo «Wall of Fame», sollevando alcuni trofei: «Ho iniziato con i go-kart e, dal 2006, gareggio in tutte le categorie possibili: turismo, Porsche Cup, lunga distanza... conosco molto bene anche la Nordschleife del Nürburgring.» Il suo orgoglio è permeato di serenità. Gli piacciono prestazioni e successi, ma non vi è traccia di presunzione. Karim Al Azhari attraversa la stanza e si siede dietro la sua scrivania. «Non è spettacolare la vista che ammiro tutti i giorni? Dall’altra parte del cortile si trovano le mie Porsche. Di sera accendo i fari che le illuminano e... inizia lo spettacolo.»
La prima Porsche
Il tour delle sue auto si fa attendere, perché il collezionista vuole prima raccontarci di quando, da studente, ha acquistato la sua prima Porsche 944 negli Stati Uniti: «Ai tempi, nella mia città natale Abu Dhabi, era una cosa talmente speciale che volevo assolutamente averla.» Da quel momento in poi, una Porsche ha tirato l’altra. «Ero e sono sbalordito da queste vetture. Ognuna di loro ha la sua personalità. Sono molto diverse e non vedevo l’ora di conoscerle tutte.»
Nel 1998 nasce il Porsche Club UAE, uno dei più antichi club automobilistici degli Emirati Arabi Uniti. Karim Al Azhari ne è l’appassionato presidente. «Non si tratta di essere semplicemente proprietari di una Porsche, ma anche di vivere e capire le auto. Organizziamo uscite, rally di più giorni, corsi di guida. Siamo una comunità attiva e molto stretta, che cresce in continuazione. Piena di vita!» Coinvolgere, istruire, condividere conoscenze e passione: sono questi i talenti naturali di Karim Al Azhari. È piacevole avere a che fare con quest’uomo. Ma ora si dirige verso la porta. Verso i suoi tesori. Il culmine di un tour davvero speciale.
E finalmente... la collezione Porsche
Usciamo nel cortile, attraversiamo un muro di caldo torrido e afoso e ci mettiamo in salvo nel garage dall’altra parte. Qui ci ritroviamo tra una Porsche 911 (991) GT2 RS e una Carrera GT, sotto una 911 (930) Turbo Flachbau e un’altra 911 (964) Turbo, sospese su eleganti ponti sollevatori. Ormai non ci ferma nemmeno la temperatura esterna, quindi andiamo ad ammirare gli altri modelli all’aperto, ci facciamo raccontare la storia della 911 Carrera RS America blu scuro, rimaniamo colpiti dalle tormentate vicissitudini della 993 Turbo bianca con interni in pelle rossa e scopriamo la sua preferita, la 944 Turbo, che Karim Al Azhari continua a guidare nella vita di tutti i giorni. Ma non adesso.
«Non si tratta semplicemente di essere proprietari, ma anche di vivere e capire le auto.» Karim Al Azhari
Oggi tocca alla Carrera GT e alla 911 GT2 RS scarrozzarci per la città di Dubai. Usciamo dal cortile a tutto gas, passiamo in punta di piedi davanti alle abitazioni dei vicini e, una volta nel tunnel che porta al frangiflutti esterno che abbraccia Palm Jumeirah, spingiamo a tavoletta per un paio di secondi. Il dieci cilindri divampa in un’ardente fiammata di onde sonore, con un irregolare, sussultante crescendo. Karim Al Azhari rallenta subito dopo. Non bisogna esagerare. All’emozione segue la ragione, due sue buone amiche. Proprio così è riuscito a passare da pilota automobilistico a istruttore e viceversa: «Rifletto. Sulla guida. Sull’auto. Sulla linea, sulla potenza, sui momenti.»
«Rifletto. Sulla guida. Sull’auto. Sulla linea, sulla potenza.» Karim Al Azhari
Condividere l’entusiasmo
Da Porsche, in Germania, ha completato la sua formazione per diventare istruttore. Ora, negli Emirati Arabi, insegna agli appassionati come guidare con velocità e padronanza sui circuiti di gara. I training di guida sono una parte importante del calendario del club: «Sono stato in macchina con tantissime persone, dando loro consigli. Alcuni dicono di aver imparato a guidare davvero soltanto grazie a me.» Questo tipo di rapporto con gli altri gli calza a pennello: gli piace la loro gioia quando qualcosa diventa possibile.
Ormai è pomeriggio, siamo rientrati in casa. La scuola è finita, ci sono i figli di Karim. Violeta, sua moglie, è andata a prenderli con la Panamera. «Ci siamo conosciuti e innamorati a una festa di compleanno di mio fratello Anwar», racconta il nostro interlocutore. La padrona di casa sorride e lascia i suoi uomini da soli: Karim e i suoi tre maschi, che lui chiama la sua gang. Lo stretto legame tra i quattro è evidente. In Adam, Enzo e Keanu cresce la prossima generazione di appassionati. Il padre è anche il loro istruttore. Ma non prima di domani, quando sfrecceranno sui go-kart. Oggi bastano i costumi da bagno. I ragazzi corrono a tuffarsi in piscina. I grattacieli di Dubai solleticano un sole che tramonta lentamente immergendosi nel Golfo Persico. Alla fine di questa lunga giornata, sappiamo che Karim Al Azhari non è solo un grande appassionato di Porsche, ma anche un uomo d’affari estremamente intelligente.