Dove cielo e terra s’incontrano

Un tempo luogo di esilio per chi si opponeva all’imperatore della Cina, l’isola di Hainan è diventata un vero e proprio paradiso per le vacanze. La metropoli tropicale Sanya offre un caleidoscopio di spiagge da sogno, attrazioni turistiche e un circuito di Formula E

  

Porsche Cayenne E-Hybrid
Consumo carburante combinato: 4,7–3,9 l/100 km
Consumo elettrico combinato: 24,1–23,1 l/100 km
Emissioni CO2 combinato: 108,0–89,0 g/km (Stato 03/2020)


Quanto coraggio bisogna mettere insieme, quanta consapevolezza del proprio dovere bisogna avere, per osar dire al Figlio del Cielo che sta facendo male il suo lavoro? L’imperatore Jiajing, dodicesimo signore della dinastia Ming, era famoso per due motivi: il suo temperamento impetuoso e la sua passività legata al Taoismo. Nel frattempo, al nord vi erano le invasioni mongole, al sud le razzie dei pirati e al centro dell’impero funzionari statali cleptocrati si riempivano le tasche.

Santi a chiamata – La statua di Guanyin Pusa:

Santi a chiamata – La statua di Guanyin Pusa:

la maggior parte dei cinesi non è religiosa, a meno che qualcosa non rischi seriamente di andar male. A quel punto si invoca la dea Guanyin Pusa, la dea della misericordia nel buddismo Mahayana dell’Asia orientale. La maggior parte dei visitatori della statua nella parte piìu occidentale di Sanya sono attratti non tanto dalla preghiera, ma molto di più dalla prospettiva di vedere una delle statue più grandi al mondo. Con 78 metri di altezza (108 metri se si include il basamento) supera la Statua della Libertà di ben 31 metri.

Alle critiche sollevate contro il suo modo di governare il Paese, l’imperatore rispondeva talvolta con la condanna all’esilio. Per la sua opposizione, il ministro Hai Rui fu esiliato nel peggior luogo che allora si conoscesse nella Città Proibita: Hainan. Nel Medioevo, durante la dinastia Tang, si era soliti mandare i funzionari riottosi in esilio all’estremità meridionale dell’impero su quell’isola torrida e infestata dalle zanzare, dove le condizioni di vita erano miserevoli.

Hai Rui fu fortunato. L’imperatore morì e il ministro venne riabilitato. Oggi, per i cinesi Hai Rui è il simbolo del funzionario onesto e coraggioso. Nel luogo del suo esilio le cose vanno meglio solo dagli anni Ottanta. Sotto la guida del successore di Mao, Deng Xiaoping, l’isola venne dichiarata Zona Economica Speciale e da quel momento Hainan è rifiorita sempre di più.

Il jumbo in arrivo da Pechino frena bruscamente, non perché la pista di atterraggio sia troppo corta, ma piuttosto perché il pilota sceglie la via più veloce verso il terminal. Un edificio appena carino per gli standard cinesi, che tuttavia fa un discreto colpo sui visitatori. Dove mai al mondo il viaggiatore viene accolto da una sirena in carne e ossa che lo saluta con un cenno della mano? Una studentessa con occhiali da sub e pinne in latex volteggia su e giù nell’acquario a fianco del nastro bagagli e pubblicizza avventurose escursioni subacquee nelle isole minori dell’arcipelago vacanziero.

Hainan è soprannominata «Hawaii della Cina», ma è al contempo la «Costa Brava» del Paese. Dal turismo familiare agli angoli più esclusivi, l’isola offre di tutto. Non esistono rinomate catene alberghiere che non siano presenti sulle sue tre grandi spiagge. Sanya vanta la maggiore densità di hotel a cinque stelle di tutta la Cina. 28 gradi, anche a dicembre. Temperature che attirano non solo molti cinesi del nord, ma anche i russi della Siberia, da dove l’isola è raggiungibile in solo un paio d’ore di volo.

Sulla spiaggia della Baia di Yalong i vicini russi si riconoscono facilmente per la pelle arrossata o il bikini. L’ideale di bellezza cinese raccomanda un aristocratico pallore, soprattutto per le donne, motivo per cui in spiaggia anche la turista cinese meno vestita abbina al costume un pareo e volentieri un cappello a tesa larga o dei copribraccia per proteggersi dai raggi del sole. Le donne cinesi, però, in riva al mare spesso indossano anche vestiti leggeri e sono truccate. Praticamente nessun vacanziero del Regno di Mezzo si reca in spiaggia per fare il bagno, al mare si va per scattare fotografie. Secchielli e palette sono per i bambini. Gli adulti ci vanno con il bastone per i selfie.

Avere tempo per fare foto, questo significa essere in vacanza in questa parte del mondo – e a dire il vero non solo qui. Munito di bastone per i selfie, il turista di Hainan ha come meta obbligata la spiaggia di Tianya Haijiao, dove, secondo la leggenda, cielo e terra si toccano. Un tempo un luogo sperduto, la spiaggia costellata da palme e rocce marroni oggi è stata raggiunta dalla città di Sanya in rapida espansione. La rivendita dei biglietti non è meno piccola di quella della Città Proibita, dei bus navetta portano la popolazione lì dove Hainan ricorda le Seychelles, solo che qui nelle rocce sono incise brevi poesie. «Ti seguo fino a Tianya Haijiao» è forse l’ode più famosa. Un simbolo di amore eterno che fa peregrinare fino a qui sciami di giovani coppie.

Amanti del brivido – Camminare sul vetro:

Amanti del brivido – Camminare sul vetro:

paesaggi pittoreschi incorniciati da acqua e montagne. Lo scenario diventa però perfetto solo con passerelle in vetro nelle situazioni più temerarie immaginabili, dove i visitatori provano compiaciuti il brivido di camminare sospesi sul baratro più profondo, ancor meglio se si snoda lungo una parete rocciosa, il più in alto possibile. Al Tropical Paradise Forest Park, nella Baia di Yalong, diversi ponti e piattaforme in vetro si uniscono in un percorso particolarmente amato da vacanzieri e novelli sposi per scattare fotografie.

Zhang Caizhu è arrivata con il marito e sta cercando la scenografia giusta per le sue foto. L’obiettivo è chiaro: fare invidia ai rimasti a casa. A Hebei, da dove proviene, vi sono appena due gradi sopra lo zero. Hebei è la regione cinese del carbone e dell’acciaio, qualcosa come la porta moderna dell’inferno della Repubblica popolare. Da qui deriva la maggior parte dello smog che avvolge Pechino. «Sono qui per l’aria buona, il sole e il paesaggio meraviglioso», racconta Caizhu. Il bagno in mare non lo ha fatto. «Ho messo dentro un piede ieri. È abbastanza».

Dopo la gita in spiaggia, assisterà a un «Las Vegas Show». Per i cinesi le vacanze non sono sinonimo di relax, ma assomigliano molto più a una stagione di caccia. Ciò che conta è raccogliere il più grande repertorio di impressioni e motivi fotografici. Al massimo si mettono in stand-by per una pennichella durante gli eventuali spostamenti in pullman. Di giorno, le masse visitano i villaggi ricostruiti delle minoranze etniche Li o Miao, mentre di sera si godono lo spettacolo scenografico del «Romance Park», la cui atmosfera esotica raggiunge il massimo già all’ingresso grazie a imponenti affreschi dei templi di Angkor e a totem indiani. Il mare di Sanya è solo un’attrazione tra le tante. A Yalong dei cartelli mettono in guardia: «Vietato nuotare!» A Tianya Haijiao guardiani in uniforme nera, armati di fischietto, tengono d’occhio eventuali temerari che intendano comunque entrare in acqua. In alcune spiagge delle boe delimitano piccole aree per bagnanti. Lo Stato vuole solo proteggere da sé stessa la più numerosa popolazione della Terra: la maggioranza non sa per nulla nuotare.

Un soffio di tofu:

Un soffio di tofu:

niente è così importante per i cinesi come il cibo. Il ristorante locale più rinomato propone il tofu imperiale e deliziosa carne d’anatra.

Che l’oceano non esista solo nei dipinti e per le traversate dei portacontainer, ma anche per nuotare e trascorrere le vacanze, è una tendenza che, come il matrimonio in abito bianco, si è diffusa nel Regno di Mezzo solo con l’arrivo dei film di Hollywood. Sposarsi è per i cinesi la seconda cosa più importante, subito dopo vi sono le auto. Il numero uno in assoluto è il cibo.

«Un soffio di tofu» è il miglior ristorante della città secondo Da Zhong Dian Ping, l’app gastronomica più popolare della Cina. «Un tempo il nostro tofu veniva servito solo all’imperatore», dice Wang Jinlong. È fiero della sua specialità e della sua città: «Sanya ha un grande futuro. Non conosco altri luoghi con una crescita così rapida», è pronto a giurare. Jinlong ama la Germania, per molto tempo ha lavorato per il marchio «Vorwerk» di Thermomix, ma poi, undici anni fa, si è trasferito a Sanya, vi è rimasto e oggi gestisce il primo ristorante in loco. Il suo «Soffio di tofu» lo fa servire in una nuvola di ghiaccio secco e una scodella di argilla, appoggiato su un tagliere di legno. Il menù ricco di immagini variopinte delle specialità proposte è un pezzo di poesia quotidiana. «Mio fratello si è innamorato di Lou Mei», è il nome di una pietanza. È un divertente gioco tipicamente cinese, le parole si pronunciano in modo quasi identico a quelle per «carne di manzo con ravanelli», ovvero gli ingredienti alla base della pietanza servita in un tegamino da stufato. I grandi protagonisti nelle cucine e nei locali di Sanya non sono però i nomi delle pietanze, bensì i frutti di mare. Nel poco appariscente mercato coperto al centro della città si comprano pesci e gamberi, prelevati freschi dai catini. E pagati a peso.

Una mezza dozzina di vecchi pescherecci avanzano lentamente davanti al modaiolo «Fisherman-Bar», al chiarore della luna piena e sullo sfondo futuristico di Phoenix Island. I cinque condomini illuminati di diversi colori sono diventati da tempo un simbolo luminoso della Sanya moderna con i suoi 900.000 residenti. E sta già nascendo un’altra isola artificiale. Ogni anno, sempre più viaggiatori ne apprezzano la vastità. Hainan non punta però solo sul turismo. Nella periferia a nord della città, l’amministrazione ha creato ampie aree naturali protette ancora incontaminate, come il Parco nazionale di Jianfeng, a un’ora d’auto da Sanya verso occidente.

Senza difficoltà, la Porsche Cayenne E-Hybrid affronta le serpentine verso il pittoresco «Lago del paradiso», incastonato tra le montagne, e si ritrova poi quasi da sola di fronte alla foresta pluviale. Sulle rustiche passerelle in legno intorno al lago passeggiano soltanto un paio di persone. Qui, nelle montagne dell’isola tropicale vi sono anche splendide stradine rurali poco frequentate e con innumerevoli viste sull’entroterra e verso il monte Wuzhishan, con i suoi 1.800 metri di altezza, o verso il mare con le sue candide spiagge. Nel traffico più denso lungo la costa, la Porsche avanza leggiadra nel paesaggio con la sola trazione elettrica.

La pace del «Lago del paradiso»:

La pace del «Lago del paradiso»:

nel Parco nazionale di Jianfengling si può godere appieno della natura di Hainan.
Il fiume placido:

Il fiume placido:

la guida rilassata in modalità vacanziera è prevalente ad Hainan non solo in campagna, ma anche in città.

Il concessionario Porsche locale appare rilassato come gli altri guidatori sulla strada costiera, ma i suoi occhi si illuminano quando sente le parola trazione elettrica. È felice per il ritorno del campionato di Formula E, tenutosi a Sanya per la prima volta nel 2019. Al prossimo gran premio parteciperà anche il nuovo team di Weissach con due esemplari della Porsche 99X Electric, la prima vettura da corsa Porsche a trazione completamente elettrica. Dal Centro Porsche basta percorrere un paio di chilometri lungo la ben sviluppata autostrada costiera per raggiungere la Baia di Haitang, dove verrà allestito nuovamente il circuito. Qui si erge l'Hotel Atlantis, ben visibile da lontano. Il suo imponente acquario ospita più di ottanta specie di pesci. Davanti alle enormi vetrate vengono offerti workshop per bambini sulla tutela dell’oceano. Potenza elettrica e tutela ambientale: il futuro inizia nella paradisiaca Sanya – e a 250 km di distanza. Praticamente a due passi, nel Regno di Mezzo. Lì si trova Wenchang, il punto di partenza verso nuovi mondi. Lì, nel luglio del 2020, la più grande navicella spaziale cinese decollerà per un’avventura galattica: il viaggio verso Marte.

Markus Stier
Markus Stier