Il ragno nella rete dei computer

Il simulatore di corse Porsche è uno dei più moderni al mondo. Un mostro high-tech affamato che si nutre di dati. Al suo interno il pilota ufficiale Neel Jani impara come gestire l’energia, uno dei fattori cruciali in Formula E

  

Come un gigantesco ragno dalle zampe idrauliche nere, la struttura di tre metri poggia su una piastra d’acciaio pesante 19 tonnellate. La struttura riempie il grande ambiente privo di finestre. Neel Jani si arrampica ed entra nell’abitacolo del simulatore. Al primo sguardo, la monoscocca ricorda un portasapone, che però è dotato di tutti gli elementi della nuova Porsche 99X Electric fondamentali per il test sul simulatore. Il campo visivo coincide, Jani stringe fra le mani il volante identico all’originale – ogni pulsante ha memorizzate le medesime funzioni come sulla vera vettura sportiva. Davanti a lui si apre il panorama a 180 gradi del tracciato di gara di Parigi. Dietro, nella sala di controllo, gli ingegneri hanno preso posto davanti ai loro computer, osservano il pilota Porsche attraverso il vetro di sicurezza di una finestra. «Loud and clear», esclama Jani confermando la connessione radio. Per quattro ore in totale, il 35enne si scatenerà oggi sul circuito cittadino francese, teatro il prossimo 18 aprile 2020 del nono E-Prix della sesta stagione di Formula E.

Campione:

Campione:

Neel Jani è pilota ufficiale Porsche dal 2013. Nel 2016 ha vinto a Le Mans ed è diventato campione del mondo endurance

Nella stanza c’è un gran frastuono quando Jani passa sopra i marciapiedi a tutta velocità. Pareti e curve incombono virtualmente verso il pilota che nell’abitacolo avverte ogni piccola irregolarità del terreno. Quel che non può sentire nel simulatore sono le forze g, che nella realtà agiscono su di lui durante le accelerazioni, le frenate e nelle curve. Come sul mare, la percezione visiva e i segnali dell’organo che regola l’equilibrio non coincidono. Il cervello deve tenerne conto, alcuni piloti si sentono persino male.

Cinema high-tech:

Cinema high-tech:

la simulazione restituisce tutte le ondulazioni dei tracciati di Formula E, le variazioni dell’assetto della vettura e il bilancio dell’energia in modo realistico

Dall’esterno, la scena appare quasi inverosimile: sulla piastra di acciaio lucido il ragno scivola in avanti e indietro, si storce, tremola. Si procede così per ben 45 minuti. Poi la prima gara virtuale odierna di Jani sul circuito di 1,93 chilometri con quattordici curve è terminata.

I profili dei tracciati inseriti nel simulatore sono estremamente precisi, basati su scansioni accurate al millimetro. In questo modo l’allenamento fornisce una conoscenza dettagliata del percorso, consentendo al contempo di elaborare una taratura di base dell’assetto specifica per le singole auto da corsa Porsche e per i tracciati. Il compito principale della preparazione al simulatore per la Formula E consiste però nella valutazione di diversi programmi software per la gestione efficiente dell’energia. In ogni momento deve essere disponibile la massima quantità possibile di energia elettrica. In modalità di qualifica, Jani ha a disposizione la potenza massima di 250 kW, su un unico giro veloce il bilanciamento dell’energia a favore dell’autonomia non serve. Una buona posizione sulla griglia di partenza è fondamentale sui circuiti cittadini, spesso stretti. «Se parti da molto indietro», spiega Jani, «hai pessime carte da giocare». In gara le esigenze sono particolarmente complesse.

La batteria completamente carica alla partenza ha una capacità di 52 chilowattora. Durante la corsa viene costantemente ricaricata tramite il recupero di energia in frenata. Questo accumulo di energia viene svolto automaticamente dal motore elettrico sull’asse posteriore: quando il pilota aziona il freno, un sistema «Brake by Wire» regola se e in che misura agisce il freno idraulico e quando è il motore elettrico sull’asse posteriore a frenare per convertire l’energia cinetica in energia elettrica. Ma quando e quale quantità di energia è più conveniente accumulare e quando va impiegata affinché Neel Jani o il suo compagno di team ufficiale André Lotterer possano compiere i loro giri al meglio?

«Simuliamo tutti i programmi in modo da prendere poi le giuste decisioni in gara» Neel Jani

In gara contano molte incognite. Gli sviluppatori del software elaborano diversi programmi operativi. Per una guida che risparmi l’energia, ad esempio, quando un pilota è bloccato dietro un concorrente. Oppure, e questo è l’altro estremo, per un boost massimo in modalità di attacco, quando, secondo il regolamento, sono disponibili 35 kW in più per quattro minuti, due o tre volte per gara. Questi programmi sono tra i segreti meglio custoditi dei vari team. Il portfolio delle funzionalità software cresce ogni giorno e i piloti devono imparare a padroneggiarli alla perfezione. Perché poi in gara tutto dipende da loro. «Gli ingegneri dai box non possono assisterci», dice Neel Jani, visibilmente sfinito mentre scende dal simulatore. «In Formula E la telemetria è vietata, dobbiamo decidere da soli che modalità sfruttare».

Heike Hientzsch
Heike Hientzsch