«L’obiettivo è restare in sella!»

In quanto responsabile di Porsche Motorsport e del comparto motorsport del gruppo Volkswagen AG, Fritz Enzinger veglia su migliaia di CV – e sempre più sui kW. L’energia per farlo la prende da quattro cavalli. Una conversazione su tranquillità, efficienza e Formula E

  

Una bella giornata d'autunno. In cielo solo qualche nuvola. 
Il capo si avvicina al recinto. Amadeus è il primo a staccarsi dalla mandria. La sorella Nannerl lo segue, Mamma Eydis e il castrone Skratti si accodano trottando. Fritz Enzinger guarda raggiante i suoi quattro cavalli islandesi ed estrae leccornie dalla tasca. L’Oedhof, la pittoresca scuderia a un’ora di macchina a nord-est di Monaco, è un luogo dove concedersi una pausa dalla frenesia quotidiana. Amadeus mastica e sa esattamente come raggirare il proprietario. Che battito di ciglia! Enzinger immerge le dita nella sua criniera. Difficile dire chi sia più rilassato in questo momento.

Signor Enzinger, quanto è saldo in sella?

L’obiettivo è restare in sella! Non cavalco particolarmente bene, ma dopo vent’anni di pratica non cado più.

Chi la sta guardando negli occhi con tanta familiarità?

Questo è Amadeus, il nostro primogenito e il mio cavallo preferito. È stato meraviglioso vederlo crescere. La madre Eydis è il terzo cavallo. L’interesse per i cavalli islandesi e le vacanze a cavallo ce l’ha trasmesso nostra figlia Magdalena. A un certo punto io e mia moglie Brigitte ci siamo stancati di starla a guardare e abbiamo iniziato a cavalcare anche noi. Nel frattempo anche Cleo, la nostra nipotina, va a cavallo.

Con tutto il dovuto rispetto, ma i cavalli islandesi non sono proprio dei bolidi.

È vero. Ma sono esseri con una sensibilità e un carisma particolari. È incredibile la velocità con cui percepiscono la tua vicinanza. Amadeus pesa 300 chili ed è molto forte. Quando inizia a tirare quando parte al galoppo, incute rispetto. Allo stesso tempo, emana e trasmette una grande tranquillità. Si potrebbe dire che è la Taycan fra i cavalli. Anche quella macchina è un miracolo di forza e tranquillità. Non si sente affatto la mancanza del rombo del motore a combustione e si percepiscono altre cose con maggior intensità.

Sarebbe d’accordo se la definissi un ragazzo di campagna?

Una parte di me lo è di sicuro. I fine settimana trascorsi con gli animali nella natura e i bellissimi viaggi in Islanda sono sicuramente uno dei motivi per cui mi sento così equilibrato. Mi piace l’odore del pelo degli animali e del fieno, mi piace cavalcare nel bosco, lungo il mare o nel paesaggio fra i ghiacciai islandesi. La percezione che si ha della natura e dei suoi profumi aumenta. E, soprattutto, mi piacciono gli animali: Emma, il nostro cane di famiglia, è sempre presente. Chi possiede degli animali non ha paura del cattivo tempo. È come essere in pista: bisogna avere l’attrezzatura giusta per ogni eventualità. Inoltre, la schiena di un cavallo è come se avesse il riscaldamento integrato.

Riesce a trovare il tempo da dedicare ai cavalli? In fondo sono in Baviera, a più di 300 chilometri di distanza dal suo posto di lavoro a Weissach.

Sicuramente non quanto a volte vorrei. Ma, almeno per i cavalli, non è un problema. Conducono infatti una vita più autodeterminata della maggioranza dei cavalli – all’aperto, con un riparo invece che nei box. Ecco perché non devono essere cavalcati ogni giorno. E se si cavalca un cavallo islandese, lo si può fare con molta tenacia. Questi animali hanno un passo in più rispetto alle altre razze: il tolt è un’andatura veloce, ma priva di fase basculante, che è molto confortevole per chi cavalca.

«I cavalli islandesi hanno un passo in più rispetto alle altre razze» Fritz Enzinger

La scuderia, la casa di famiglia, il posto di lavoro – sparsi in luoghi diversi. Dov’è la sua casa?

La mia casa è e rimane la Stiria, anche se non vivo in Austria da più di trent’anni. Ci passiamo il Natale, le vacanze estive di agosto e alcuni fine settimana durante l'anno. Quanto più invecchio, tanto più diventa importante per me. A Oberwölz la natura è ancora intatta e in armonia con il turismo moderato. Allo stesso tempo, già a 12, 13 o 14 anni da lì ho potuto intraprendere viaggi importanti, a Istanbul, in Scozia e in Marocco con un cugino più vecchio di me. All’epoca era davvero qualcosa di straordinario – le persone della mia età potevano forse visitare Graz o la capitale Vienna. Grazie a questi viaggi ho sviluppato un certo cosmopolitismo, e la curiosità di scoprire mi accompagna ancora oggi. 

È giunto il momento di cambiare luogo e passare dal recinto alla macchina del caffè. Naturalmente i chicchi vengono macinati all’istante – per un austriaco non ci sono alternative. Bevendo il caffè, cambiamo argomento: dalla forza dei cavalli al chilowattora. Il capo del comparto motorsport guarda al futuro. A ciò che sta per arrivare e che rappresenta un terreno nuovo non solo per Porsche, ma anche per l’esperto di corse Fritz Enzinger: la prossima stagione di Formula E. La prima per il marchio.

Signor Enzinger, dica la verità: è stato subito un fan della Formula E pur essendo cresciuto con il motore a scoppio?

Naturalmente all’inizio ero scettico e, come molti altri, non potevo immaginare che questa serie avrebbe raggiunto una tale popolarità nel giro di così pochi anni. Le corse sono sempre state rumorose, ai box e in pista c’era odore di benzina e di gas di scarico. In Formula E il cinguettio dei motori elettrici si mescola al rumore del rollio dei pneumatici. Sono suoni completamente diversi. Perciò non posso dire che sia stato amore a prima vista. Ma le generazioni più giovani e quelle successive avranno una percezione più imparziale. Arriverà il momento in cui i bambini non faranno più «brum-brum» quando giocano con le macchinine.

«In Formula E tutto è orientato all’efficienza» Fritz Enzinger

Come giudica lo sport in Formula E?

L'intensità delle prestazioni è fantastica, e questa tendenza è in crescita. Nella sesta stagione sono coinvolti dieci costruttori, quattro dei quali provengono dalla Germania. Tutti guidano la stessa monoscocca e hanno batterie identiche. Questo fa sì che lo spazio di sviluppo sia molto ristretto; è possibile differenziarsi solo con il propulsore e la relativa elettronica per il controllo della potenza. Ma proprio lo sviluppo di questi dettagli permette di imparare per la produzione di serie. La Formula E è senza dubbio l’ambiente più competitivo per portare avanti lo sviluppo di vetture ad alte prestazioni in termini di rispetto dell’ambiente, efficienza, risparmio e sostenibilità. Vogliamo continuare la storia di successi iniziata nel 2010 con la prima auto da corsa ibrida Porsche.

Da cosa dipende il successo nella stretta concorrenza della Formula E?

In Formula E tutto è orientato all’efficienza. L’obiettivo è dare il cento per cento, e per un singolo giro di qualifica valgono regole diverse che per la gestione dell’energia in gara. Penso che durante la preparazione abbiamo potuto beneficiare di molti aspetti. Da un lato c’è l’esperienza del team ibrido del Campionato del mondo endurance. Non a caso, con la Porsche 919 Hybrid abbiamo vinto entrambi i titoli del campionato del mondo ben tre volte, e altrettanto spesso a Le Mans. Inoltre, il simulatore all’avanguardia di Weissach offre grandi vantaggi e, naturalmente, l’attuale esperienza di gara di André Lotterer. Ma se tutto questo basterà lo sapremo solo all’apertura della stagione a Riad.

Dai CV ai kW:

Dai CV ai kW:

finora il mondo di Fritz Enzinger ha ruotato intorno ai CV, alla potenza dei cavalli, sia professio­ nalmente che pri­ vatamente. In futuro saranno i kW, i chi­ lowattora, a svolgere un ruolo sempre più importante nella vita del responsabile del motorsport

Perché Porsche ha rinunciato a servirsi di un team esistente per un anno di prova? Altri costruttori lo hanno fatto.

Semplicemente non sarebbe lo stile di Porsche. Grazie al riuscito programma endurance con il prototipo Le Mans 919, abbiamo imparato quanto sia importante lo spirito di gruppo. Credo che siamo riusciti a trasmetterlo al team di Formula E. Si è creato un vero spirito da start up. Negli anni passati gli esperti hanno collaborato in modo eccellente e hanno messo a punto nuovi processi per Porsche. Le sfide riguardanti le strategie operative e i software sono immense. Il team di Formula E TAG Heuer Porsche è un vero e proprio team ufficiale uscito da Weissach, un aspetto che per me era molto importante. Naturalmente per aver fatto questa scelta paghiamo un prezzo: altri costruttori hanno un vantaggio in termini di esperienza. Per noi Riad sarà un vero debutto, con tutti i rischi del caso.

Sempre più spesso viene elogiato il fatto che la Formula E abbia una forte attrattiva sul pubblico – secondo lei, quali sono le ragioni?

Le gare di Formula E sono eventi estremamente compatti, anche in questo senso tutto è orientato all’efficienza. Dalle prove alle qualifiche fino alla gara, tutto ha luogo in un solo giorno. Il fatto che una corsa duri meno di un’ora rende la serie molto compatibile con la TV e dunque attraente per spettatori e sponsor. Sul posto, poi, si può sperimentare il carattere unico dell’evento. L’offerta culinaria è enorme, gli intrattenimenti tantissimi, si può partecipare a diverse attività dove ognuno può sperimentare diversi concetti di mobilità. Le corse si svolgono in attraenti metropoli e ciò permette di combinare l’evento della gara a una escursione in città. Insomma, la Formula E è attraente per un pubblico molto ampio.

«Si è creato un vero spirito da start up» Fritz Enzinger

Durante le corse di Formula E le offerte digitali – per esempio fanboost, simulazione in tempo reale – svolgono un ruolo sempre più importante. Lei fa parte della generazione del «baby boom», come si posiziona rispetto al tema videogiochi?

La rapida crescita della scena dei videogiochi mi affascina molto. Anche da noi sono in aumento quelli che vi si impegnano attivamente e abbiamo un team Porsche Motorsport in costante crescita. Lo sport virtuale e quello reale si connettono. Presentare la Porsche 99X Electric sotto forma di videogioco interattivo – la app «Ghost Racing» – è stato un passo pionieristico. In questo ambito si muove moltissimo in brevissimo tempo, nascono modelli di business completamente nuovi. Bisogna essere sempre aperti alle novità.

Cosa crede sarà fondamentale per far sì che la Formula E abbia un successo duraturo?

Deve restare coerente, sia rispetto alla tecnica che rispetto al formato della gara cittadina. C’è una tabella di marcia per il 2023, quindi tutti sanno dove si sta andando. Rimane invariato il concetto di componenti uguali per tutti. E considerando lo sforzo delle case automobilistiche, lo si deve gestire in modo rigoroso, altrimenti a livello finanziario il tutto può sfuggire a qualsiasi controllo. Il regolamento limita le dimensioni dei team operativi a 20 dipendenti. Efficienza significa anche svolgere più funzioni. Per fare un paragone: nel programma LMP operavamo con 60 persone. In Formula E i test sono limitati a 15 giorni. Anche in questo l’efficienza è la priorità assoluta.

SideKICK: Sempre sul podio

Nato a Oberwölz, in Austria, il 63enne Fritz Enzinger entra in servizio alla Porsche AG nel 2011. Da allora, ha contribuito a numerose vittorie del marchio: negli anni dal 2015 al 2017 Porsche ha vinto tre volte di fila il titolo mondiale piloti e costruttori nel Campionato del mondo endurance FIA (WEC), tra cui si contano anche tre vittorie consecutive a Le Mans con la Porsche 919 Hybrid, creata sotto l’egida di Enzinger. Nel 2019 Porsche si è inoltre assicurata il titolo piloti e costruttori WEC nella categoria GTE Pro.

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Heike Hientzsch
Heike Hientzsch