Ricominciare a correre

Porsche Svizzera: Un’automobile eccezionale, un ritrovamento incredibile. Dietro un muro a Malnate, nella provincia di Varese, un vero e proprio tesoro che si chiama 911 Carrera RS 2.7 Sport

Ritrovamenti

Eccola. Se ne intravedono le scheletriche forme laggiù, oltre alcune vetture da competizione protette dai loro teli. Anche lei, una volta, era un’auto da competizione. Ora è nudo telaio, di un colore imprecisato, in parte rosso – ciò che è rimasto dell’ultima vernice, consumata dal tempo – e in parte marrone – il colore della ruggine che la sta divorando. Sostenuta dai carrelli, la portiamo più in là, sotto la luce, dove possiamo osservarla meglio.

Il cruscotto attende:

Il cruscotto attende:

il proprietario ha avuto la fortuna di poter acquistare insieme all’auto vari pezzi di ricambio. Il restauro sarà così molto più veloce

Al primo colpo d’occhio, le condizioni appaiono disperate: il concetto di «ruggine passante» non è sufficiente per descrivere il pavimento, che presenta fori tanto grandi che potremmo infilarci le gambe; il metallo è stato consumato in più punti e l’iniziale entusiasmo sta per cedere alla delusione e all’amarezza. Ma, osservando con più attenzione, tutto sommato non è nulla che non si possa ripristinare con qualche pannello nuovo e una buona saldatrice: il grosso della carrozzeria è sano, tetto e fiancate comprese. È già qualcosa.

«Quel telaio dà l’idea di non aspettare altro che tornare a vivere e a correre» Elio Rusca

Le scattiamo alcune fotografie, così come l’abbiamo trovata qui, nell’autorimessa sotterranea del Centro Porsche Lugano. A un passante la scena potrebbe apparire come un’autopsia: l’officina come un obitorio, la scientifica che scatta istantanee al cadavere, in attesa del medico legale. Ma mentirei a me stesso se affermassi che quel telaio trasmette un senso di ineluttabilità e morte; al contrario, dà l’idea di non aspettare altro che riprendere a vivere. Freme dal desiderio di rivestirsi della carrozzeria, di calzare di nuovo le ruote e ricominciare a correre.

Ma è ora di indagare, di conoscere l’accaduto. Ed è proprio il Centro Porsche Ticino ad occuparsene: risalendo ai precedenti proprietari attraverso targa e numero di  telaio si delinea una storia a dir poco intrigante, fatta di corse e di vari passaggi di proprietà. La vettura, che ha trascorso quasi tutta la sua vita in Italia, viene sdoganata nel belpaese probabilmente nel 1984, ed è proprio risalendo a questa data che la verità sulle sue origini divampa come un fulmine a ciel sereno, svelando uno scenario tanto eclatante da non sembrare nemmeno possibile. Effettuando una accurata scansione del numero di telaio, in grado di smascherare qualsiasi tentativo di frode, si scopre infatti che la ruggine è arrivata ad intaccarne lo strato sottostante. È la prova inconfutabile che, sotto quello sbiadito e bisunto vestito rosso, c’è una Porsche 911 Carrera RS 2.7 Sport.

Non tutto è perduto:

Non tutto è perduto:

pur mostrando importanti segni di ruggine passante, la scocca è sicuramente recuperabile. La carrozzeria è stata riverniciata almeno tre volte

La Carrera RS 2.7 Touring è già rara di suo, con soli 1.590 esemplari costruiti; ma la Sport, la versione alleggerita, conta solo 200 esemplari. 210 CV, sei cilindri boxer di 2,687 cc. e un peso di 975 kg, 100 kg meno della Touring. Rinunciava ai sedili posteriori e ti accoglieva con due splendidi Recaro a guscio; una ricerca di leggerezza maniacale che portava addirittura all’eliminazione dell’orologio, del parasole per il passeggero e dei braccioli delle portiere, a limare lo spessore dei pannelli della carrozzeria, ad adottare il costoso vetro della Glaverbel, a rinunciare all’isolamento acustico. D’altronde era fatta per i piloti, che non sapevano che farsene di tutto questo. Senza considerare il valore attuale della vettura una volta restaurata, confermato da più aste internazionali: almeno un milione di franchi svizzeri.

Quell’autografo:

Quell’autografo:

la firma di Bobo Cambiaghi, con ogni probabilità uno dei numerosi piloti che si sono avvicendati al volante di questa vettura
Una storia italiana:

Una storia italiana:

il passaporto FIA. Dopo una vita di corse oltre confine e il rischio di essere cancellata dagli elementi, la RS 2.7 Sport rinasce in Ticino

Tante livree, tanti piloti, tanti navigatori. Una lunga storia di corse

La ricerca su questo particolare esemplare è stata a dir poco impegnativa: troppo il tempo trascorso, tantissime le livree che si sono susseguite, a tal punto che nemmeno il giornalista e navigatore Emanuele Sanfront, che potrebbe perfino averci corso al fianco di Bobo Cambiaghi, può ricostruire tutti i particolari di una vettura che ha cambiato molte volte aspetto. Tanto più che questa particolare RS non sarebbe mai stata targata prima del 1984, il che rende il viaggio a ritroso nella sua storia ancora più complicato. Un altro navigatore, Gianfranco Di Gennaro, la ricorda bene: era il rally di Varese del 1985 e all’epoca era bianca, con un arcobaleno che ne percorreva le fiancate dal muso al posteriore. Il passaporto FIA di quell’anno e la fotografia autografata dallo stesso Cambiaghi lo confermano. Sempre del 1985 sono gli scatti del rally di Mantova, dello Zoccolo e di Monza, ma ora la Sport è gialla e tale livrea la conserva anche al rally di Aosta del 1987.

Pronta per il restauro:

Pronta per il restauro:

la scocca viene accuratamente analizzata e preparata per l’inizio dei lavori. Ci vorranno otto mesi

La Carrera RS 2.7 è già rara di suo. Ma la Sport lo è ancora di più

Quando è stata ritrovata, abbandonata, era rossa. Chissà quante volte sarò passato da Malnate, nel varesotto, forse sfiorando quel muro oltre il quale la 911 attendeva, invecchiava, si consumava sulle ruote ormai logore; quella terza, ennesima pelle rossa sempre più fragile, sempre più sbiadita, man mano che gli elementi ne aggredivano la carrozzeria, anno dopo anno.

Venti lunghi anni trascorsi là fuori, e nessuno che si rendesse conto di che cosa fosse davvero. D’altronde l’aspetto era quello di una 911 SC come tante, dei primi anni Ottanta; una vettura che aveva corso, a giudicare dai cerchioni e dagli interni, dai sedili e dal volante a calice, forse iscritta a qualche rally locale… Un’auto che avrebbe anche potuto essere interessante, ma non in  quelle condizioni: restaurarla sarebbe costato sicuramente più del suo valore.

«Venti lunghi anni là fuori e nessuno che si rendesse conto di cosa fosse davvero»
Uomini esperti:

Uomini esperti:

Elio Rusca, responsabile After Sales di Centro Porsche Ticino e a capo del team di appassionati artigiani

Ma un lungimirante acquirente finalmente arriva e si porta via tutto, ricambi compresi. Mancano all’appello giusto il motore e il cambio. È un acquirente esperto, un vero appassionato di Porsche che tutti i giorni guida una 993 Turbo. Ma che cosa se ne farà di quello che molti potrebbero superficialmente definire un «rottame»? Avrà forse in mente un progetto per un’auto da pista? Nemmeno per sogno. Quell’uomo è passato per quella stessa strada che ho percorso tante volte anch’io, ma, evidentemente, deve aver avvertito qualcosa che a me è sfuggito: il richiamo di quella Porsche.

Livrea arcobaleno:

Livrea arcobaleno:

il navigatore Gianfranco Di Gennaro la ricorda così al Rally di Varese del 1985
Livrea gialla:

Livrea gialla:

sono tanti i colori indossati da questa 911. Gli strati di vernice raccontano una storia di almeno quattro diverse livree

Era bianca, con un arcobaleno che ne percorreva le fiancate dal muso al posteriore

Vale o non vale, per questa meraviglia, un restauro effettuato a regolare d’arte? Certo che vale. E sarà proprio il Centro Porsche Ticino ad effettuarlo; dopotutto, ormai, l’affermata concessionaria del luganese ha l’esperienza necessaria, come conferma quella 930 Turbo riportata a condizioni da vetrina presentata con fierezza al concorso di eleganza dell’ultima edizione del Porsche Treffen Mollis. Per questa RS saranno necessari almeno otto mesi di lavoro. L’obiettivo? Presentarla alla prossima edizione del Porsche Treffen Mollis, in agenda nell’estate del 2020.

Benjiamin Albertalli
Benjiamin Albertalli